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Trento, 7 luglio 2004
INCENTIVARE LA MOBILITA’ ALTERNATIVA AL MEZZO PRIVATO
DA PARTE DEI DIPENDENTI PUBBLICI

Proposta di mozione presentata da Roberto Bombarda
consigliere provinciale dei Verdi e Democratici per L’Ulivo

L’esempio dell’ente pubblico può essere virtuoso anche sulla scelta delle politiche ambientali dei cittadini e degli imprenditori privati. Ne sono un esempio le politiche per la mobilità adottate in diverse realtà, poste in particolare in Nord Europa. Qui si assiste ad iniziative di diverso genere, che arrivano addirittura a promuovere con un significativo incentivo economico l’utilizzo da parte dei lavoratori pubblici di mezzi alternativi al mezzo privato, dalla bicicletta – per la quale in Danimarca si prevede una maggiorazione di stipendio di circa 15 euro alla settimana per i dipendenti pubblici che ne fanno uso per recarsi sul luogo di lavoro – al mezzo di trasporto pubblico, fino a modalità innovative come il car-pooling.

In considerazione della previsione che anche nel prossimo inverno l’aria della città di Trento sarà presumibilmente piuttosto inquinata, tanto da imporre limitazioni di dubbia efficacia come ad esempio le targhe alterne ovvero la limitazione al transito di automezzi privati alimentati a gasolio e considerando l’opportunità di mettere in campo scelte più innovative ma anche più coraggiose, si ritiene che possano essere promosse dalla Provincia Autonoma di Trento, in fase di aggiornamento dei contratti collettivi di lavoro, iniziative più incisive rispetto al passato. Togliere dalla strada centinaia di automezzi privati di proprietà dei lavori dell’ente pubblico può avere numerosi risvolti: diminuire il traffico urbano rendendolo più scorrevole e sicuro, diminuendo nel contempo le emissioni inquinanti ed evitando dunque soluzioni capestro penalizzanti per talune categorie di automobilisti.

Perché l’ente pubblico per primo? Perché può modulare diversamente dal privato i tempi del lavoro dei propri dipendenti, modificare la flessibilità degli orari, offrire al lavoratore abbonamenti e biglietti di ferrovia ed autobus a prezzi ribassati per non dire a titolo gratuito, incentivare i lavoratori che si vogliono avvicinare a casa, favorire il telelavoro, premiare chi usa la bicicletta o chi si organizza con il car-pooling. Il sistema di “premiare” i lavoratori pubblici più virtuosi può incentivare anche l’imprenditoria privata a seguire la stessa logica. Per quanto riguarda infine gli aspetti fiscali legati ai nuovi “benefit” per i lavoratori pubblici, andrebbe coinvolta la delegazione parlamentare trentina affinché in sede di Parlamento nazionale siano adottate misure di agevolazione in sede di prossime leggi finanziarie, anziché gravare sulle buste paga dei lavoratori con oneri eccessivi per la Provincia.

I costi a carico dell’ente pubblico – ovvero le minori entrate per i soggetti gestori delle linee di trasporto – sarebbero ampiamente recuperati riducendo i costi sociali ed ambientali (che andrebbero sempre rigorosamente calcolati) derivanti dalla pessima aria della città di Trento che genera innumerevoli patologie che gravano sul bilancio delle politiche socio-sanitarie, nonché dal miglioramento della qualità della vita per i cittadini residenti e per gli automobilisti. La Provincia potrebbe inoltre risparmiare sull’affitto da terzi dei parcheggi da destinare ai propri dipendenti, ovvero potrebbe avere delle entrate derivanti dall’affitto a terzi dei propri parcheggi una volta liberati dalle auto dei propri dipendenti.

Le decisioni circa l’impiego di mezzi pubblici o alternativi non sono ovviamente condizioni “capestro” nel senso che si comprende benissimo come possano esistere numerosi casi di incompatibilità ed impossibilità rispetto a quanto prospettato. E che moltissimi dipendenti pubblici, per cause a loro non imputabili, siano obbligati a servirsi dell’auto privata. Ciò non deve però servire alla Provincia, intesa anche come capofila di tutta una serie di soggetti pubblici – tra cui lo stesso Comune di Trento - ed enti funzionali, per non provare soluzioni innovative e finalmente coraggiose sui modelli più avanzati già sperimentati con successo in Europa.

Tutto ciò premesso

il Consiglio impegna la Giunta provinciale

─ ad avviare un piano sperimentale per incentivare i dipendenti pubblici a non utilizzare più il mezzo privato per recarsi al lavoro, ma ad utilizzare mezzi alternativi o pubblici.

─ a promuovere uno studio per valutare costi e benefici, tenendo conto non solo degli aspetti economici, ma anche delle ricadute sociali ed ambientali e sul bilancio della sanità pubblica di tale nuova politica per la mobilità delle persone e dei lavoratori;

─ a valutare, anche attraverso la consultazione dell’Apran e delle forze sindacali, le possibilità di implementare, a regime, nei contratti di lavoro, un sistema di incentivazioni di nuovi modelli di mobilità che favoriscano l’abbandono del mezzo privati individuale a favore del trasporto pubblico o di forme di uso collettivo dei mezzi privati (car-pooling) o dell’uso di mezzi non inquinanti (bicicletta, autoelettrica, ecc.).

Cons. dott. Roberto Bombarda

 

 

 

     

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